Barriere architettoniche: tre fattori chiave per il 2023 | FIABA Onlus

2023-02-28 14:37:38 By : Ms. Lisa Zhou

L’accessibilità dovrebbe essere un diritto, ma le barriere architettoniche nel 2023 continuano a essere un problema reale per molte persone con disabilità e a ridotta mobilità. Questi ostacoli rendono difficile, se non impossibile, svolgere attività comuni e partecipare alla vita sociale. Il risultato è un forte senso di esclusione.

Ma le possibilità per superare le barriere architettoniche e costruire un futuro più accessibile non mancano. Ci sono tre fattori chiave, secondo noi, da tenere a mente. Continua a leggere per scoprire quali sono!

La percezione delle barriere architettoniche come un problema solo per le persone che utilizzano una sedia a ruote è fuorviante. Le disabilità sensoriali e cognitive vanno considerate a loro volta. Non si tratta solo di superare ostacoli visibili come scalini o marciapiedi sconnessi, ma anche di garantire la presenza di mappe tattili, segnaletica e indicazioni scritte. Pari importanza hanno aree di sosta e percorsi sicuri.

Ma non finisce qui. Le barriere architettoniche, infatti, hanno un impatto negativo anche su altre fasce della popolazione.  Persone anziane o che hanno subito piccoli infortuni, per esempio, sono spesso costrette a percorsi più lunghi e faticosi a causa della mancanza di accessibilità. Allo stesso modo, trasportare bagagli pesanti o spingere un passeggino può creare delle difficoltà se si incontrano degli ostacoli sulla propria strada.

Come puoi vedere, il problema non è della singola persona, ma ha una dimensione collettiva. Prendere consapevolezza di questa realtà è il primo fattore chiave per affrontare in maniera concreta il problema delle barriere architettoniche.

Gli spazi in cui ci muoviamo non sono solo lo sfondo della nostra quotidianità, ma svolgono un ruolo importante nelle logiche di discriminazione. Capire come l’ambiente possa escludere le persone è fondamentale, perché le barriere culturali vengono prima di quelle architettoniche.

Prova a cambiare prospettiva e considera la disabilità come il prodotto dell’interazione tra condizioni personali e fattori ambientali. In questo modo, ti apparirà chiaro come un luogo che non viene progettato accessibile fin dall’inizio può creare difficoltà a chiunque. Come abbiamo visto sopra, infatti, il concetto di ridotta mobilità è molto ampio e riunisce al suo interno più di una casistica.

Viviamo in città dove, in molti casi, abitazioni e spazi comuni sono stati progettati pensando alla figura ideale di una persona sempre giovane e in buona salute. Ma si tratta di uno standard irreale. Il secondo fattore chiave richiede quindi di spostare il focus dell’accessibilità dalle singole persone al contesto con cui interagiscono.

Il terzo fattore chiave è il bonus 75% per l’eliminazione delle barriere architettoniche, introdotto su nostra proposta e rinnovato quest’anno fino al 2025. Si tratta di un’occasione da non perdere non solo per abitazioni, appartamenti e condomini, ma per qualsiasi edificio. E non importa se non sei una persona con disabilità o non hai più di 65 anni: quello che conta è l’intervento!

Sostituire le porte, rifare i bagni o installare ascensori e montascale sono solo alcune delle soluzioni possibili. Ma attenzione: per usufruire del bonus, gli interventi devono rispettare le indicazioni tecniche riportate nel DM 236/89.

Informati presso un ufficio tecnico o da chi amministra il tuo condominio per capire come usufruire al meglio di questa opportunità. Magari a te non servirà nell’immediato, ma potrai rendere più facile in futuro la vita di altre persone!

In un mondo dove le barriere architettoniche sono ancora tante, possiamo comunque fare la differenza.  Qui ti abbiamo voluto dare qualche spunto su cui riflettere: se non vuoi perdere i nostri prossimi articoli, iscriviti alla newsletter!

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